BCS-Advisory-CSRD - obbligo o opportunità

Questo articolo vuole offrire una panoramica introduttiva sulla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive); non esitate a contattarci tramite i canali disponibili sul sito.

Il 16 dicembre 2022, l’Unione Europea ha pubblicato la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), una direttiva che segna un passo fondamentale verso la maggiore trasparenza delle aziende in materia di sostenibilità.

Ma cosa prevede esattamente la CSRD? E quali sono le implicazioni per le imprese?

Un quadro normativo più solido

La CSRD sostituisce la precedente direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD), ampliandone la portata e introducendo novità significative. In particolare, la nuova direttiva:

  • Estende l’obbligo di rendicontazione: in una prima fase, dal 2024, saranno interessate le grandi imprese già soggette alla NFRD (oltre 500 dipendenti). Dal 2025, l’obbligo si estenderà alle grandi imprese non ancora coinvolte (oltre 250 dipendenti o parametri alternativi di dimensione) e alle PMI quotate
  • Introduce il concetto di “doppia rilevanza: le aziende dovranno rendicontare sia l’impatto delle loro attività su aspetti sociali e ambientali (approccio “inside-out”), sia il modo in cui le questioni di sostenibilità influenzano il loro andamento (approccio “outside-in”).
  • Si basa su standard di rendicontazione armonizzati: l’adozione di standard comuni, come quelli sviluppati dalla European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), garantirà maggiore comparabilità e affidabilità delle informazioni.

Prevede verifiche indipendenti: i report di sostenibilità dovranno essere soggetti a un processo di verifica da parte di revisori indipendenti.

I benefici della trasparenza sostenibile

L’implementazione della CSRD porterà a numerosi benefici:

  • Maggiore fiducia degli stakeholder: la trasparenza sulle tematiche di sostenibilità contribuirà a rafforzare la fiducia degli investitori, dei clienti, dei dipendenti e di altri stakeholder nei confronti delle aziende.
  • Migliore gestione del rischio: una rendicontazione più completa consentirà alle aziende di identificare e mitigare i rischi legati alla sostenibilità.
  • Accesso a finanziamenti green: un’efficace rendicontazione sostenibile favorirà l’accesso a finanziamenti dedicati alle attività green.
  • Maggiore competitività: la CSRD contribuirà a creare un mercato più competitivo e sostenibile, premiando le aziende virtuose.

Per le non quotate, invece, l’adozione sarà su base volontaria e sarà articolata su tre moduli

Da Il Sole 24 Ore del 09/02/2024:

“L’impegno dell’Efrag nella creazione di uno standard volontario per le micro, piccole e medie imprese non quotate (Vsme Ed) non rientra nei compiti specifici definiti dalla direttiva Csrd, ma risponde all’esigenza del mercato di stabilire un punto di riferimento comune. Tale standard è destinato alle Pmi che saranno chiamate a soddisfare le richieste di informazioni sulla sostenibilità da parte delle loro controparti aziendali lungo la catena del valore (ovvero banche, investitori o aziende più grandi di cui sono fornitori). Queste imprese, inoltre, potranno disporre di un percorso iniziale verso la sostenibilità.

Ricordiamo che il pacchetto di aiuti per le Pmi della Commissione europea del settembre 2023 (Sme Relief Package) fa riferimento allo standard Vsme come misura per supportare le Pmi nell’accesso a finanziamenti sostenibili.

Il Vsme Ed è strutturato in un Modulo Base e in due moduli opzionali aggiuntivi, ossia il Modulo Narrativa-Politiche, Azioni e Obiettivi (Pat) e il Modulo Business Partners (si veda la tabella in pagina). Dovrebbe rappresentare, quindi, secondo gli obiettivi dell’Efrag, di uno strumento di reporting, semplice, efficiente, proporzionato e standardizzato. Finalizzato a ridurre il numero di richieste, verosimilmente non coordinate, che le Pmi riceveranno dalle loro controparti.

Il Vsme non ha alcun ruolo legale nella definizione delle richieste di dati da parte delle grandi imprese della catena del valore. È la bozza Lsme Esrs a definire il limite di informazioni che le grandi imprese devono raccogliere dalle loro controparti nella catena di fornitura, in linea con quanto stabilito dalla Corporate sustainability reporting directive (Csrd).”

Sfide e opportunità

L’implementazione della CSRD richiede certamente impegno e investimenti da parte delle aziende. Tuttavia, i benefici potenziali sono considerevoli. Le aziende che sapranno cogliere l’opportunità di rendere conto efficacemente del proprio impegno in materia di sostenibilità potranno trarre un vantaggio competitivo significativo nel prossimo futuro.

 

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